La gestione della documentazione, se non fatta correttamente, può diventare un onere eccessivo che porta inefficienza e perdita di competitività. Viceversa, una buona gestione documentale rende molto più agevole lo svolgimento del lavoro quotidiano e l’erogazione del servizio. A patto di sapere come procedere.
I documenti da conservare sono diversi. Questo vale non soltanto per la pubblica amministrazione ma anche per aziende e liberi professionisti. La conservazione dei documenti, quindi, è una necessità. Ed ecco quali sono i documenti da conservare, per quanto tempo e come fare per conservali in ottemperanza di quanto stabilito dalla legge.
Temi:
- Obbligo di conservazione documenti
- Conservazione documenti: la tabella
- Conservazione documenti amministrativi
- Conservazione documenti aziendali
- Conservazione documenti fiscali
- Conservazione digitale
Obbligo di conservazione documenti
I documenti devono essere conservati per un determinato periodo di tempo. Periodo di tempo che varia in base al tipo specifico di documento che si ha bisogno di conservare. Il tempo di conservazione, in linea generale, va da un minimo di un anno a un massimo di venti anni. Un discorso a parte (come vedremo in seguito) va fatto per i documenti prodotti dalla pubblica amministrazione.
Tali documenti devono essere conservati perché vanno prodotti in caso di controlli o verifiche da parte degli enti preposti a farlo.
Conservazione documenti: la tabella
Per quanto non sia possibile generalizzare, questi sono i tempi di conservazione obbligatori dei principali documenti:
Documenti da conservare per 1 anno | Ricevute delle rette scolastiche
Ricevute di iscrizione alle palestre Ricevute di spedizione in Paesi europei |
Documenti da conservare per 2 anni | Scontrini |
Documenti da conservare per 3 anni | Bollo auto
Cambiali Parcelle professionali Compensi per artigiani |
Documenti da conservare per 5 anni | Certificazione unica dei redditi
Ricevute dei pagamenti delle tasse Pagamenti rateali e mutui Ricevute dell’affitto Spese mediche Bollettini ICI Multe Bollette domestiche |
Documenti da conservare per 6 anni | Modello UNICO
Modello 730 |
Documenti da conservare per 10 anni | Fatture
Ricevute per le spese di ristrutturazione casa Tassa per la nettezza urbana Canone TV Estratti conto bancari |
Documenti da conservare per 20 anni | Documenti commerciali relativi a beni immobili. |
Fonte: Gdf.gov.it (tabella integrata con altre informazioni)
Bisogna ora aggiungere due ulteriori specifiche:
- Per quanto riguarda la conservazione degli scontrini, per tutta la durata dei due anni, fungono anche da garanzia per il prodotto acquistato.
- Le cartelle cliniche (non riportate nella tabella) rappresentano una sorta di eccezione perché devono essere conservate per sempre.
Conservazione documenti amministrativi
Per quanto riguarda la conservazione dei documenti amministrativi, quindi in ambito la pubblico, la questione è relativamente più articolata. Innanzitutto, la conservazione digitale a norma è obbligatoria. E il tempo di conservazione dei documenti viene gestito in questo modo:
Archivio corrente, di deposito, storico
Semplificando, nelle pubbliche amministrazioni i documenti possono trovarsi in uno di queste tre fasi di archivio:
- Archivio corrente. L’insieme dei documenti che sono necessari per sbrigare le attività correnti di un ente.
- Archivio di deposito. Contiene i documenti non più necessari al disbrigo degli affari correnti ma non ancora destinati alla conservazione permanente.
- Archivio storico. Quando hanno esaurito la propria funzione, alcuni documenti vengono conservati nell’archivio storico per finalità di studio, per necessità di privati, per necessità amministrative o legali.
Una volta allocato nell’archivio storico, un documento prodotto dalla pubblica amministrazione viene conservato per sempre.
Il massimario di scarto
Non tutti i documenti prodotti dalla pubblica amministrazione sono destinati alla conservazione permanente. Anzi, molti documenti vengono scartati sia durante il trasferimento dal corrente al deposito sia, soprattutto, durante la fase di versamento dal deposito allo storico.
Lo strumento che stabilisce quali documenti, una volta terminato il periodo di conservazione obbligatoria, devono essere scartati è il massimario di scarto.
Conservazione documenti aziendali
Fermo restando quanto riportato nella prima tabella che abbiamo fornito, per la conservazione dei documenti aziendali bisogna fare un discorso a parte. Un discorso che comincia con l’articolo 2220 del codice civile. Il quale recita che:
Le scritture [contabili] devono essere conservate per dieci anni dalla data dell’ultima registrazione. Per lo stesso periodo devono conservarsi le fatture, le lettere e i telegrammi ricevuti e le copie delle fatture, delle lettere e dei telegrammi spediti.
Per scritture contabili si intendono tutti i documenti che attestino i movimenti economico-finanziari di un’azienda.
La tabella di conservazione dei documenti aziendali
Stabilito, quindi, a dieci anni il tempo di conservazione generale delle scritture contabili, questi sono i principali documenti che un’azienda deve conservare:
Scritture contabili obbligatorie | Libro giornale |
Libro degli inventari | |
Corrispondenza commerciale | |
Altre scritture che potrebbero essere richieste (ad esempio, libro mastro, libro cassa, libro di magazzino, libro fidi) | |
Scritture contabili per le società per azioni | Libro dei soci |
Libro delle obbligazioni | |
Libro delle adunanze e delle deliberazioni (assemblee, consiglio di amministrazione, consiglio di gestione, consiglio sindacale, comitato esecutivo, assemblee degli azionisti) | |
Libro degli strumenti finanziari di partecipazione all’affare | |
Libro sull’attività di revisione contabile | |
Scritture contabili per le società a responsabilità limitata | Libro delle decisioni (soci, degli amministratori, collegio sindacale o revisore) |
Libro delle decisioni degli amministratori | |
Libro delle decisioni del collegio sindacale o del revisore |
(Di anno in anno, parallelamente a eventuali modifiche nella normativa di riferimento, le voci della tabella potrebbero cambiare.)
Conservazione documenti fiscali
Per la conservazione dei documenti contabili e fiscali, bisogna sempre fare riferimento al già citato articolo 2220 del codice civile: quindi, anche tali documenti dovranno essere conservati per un periodo minimo di dieci anni dalla data dell’ultima registrazione.
Ecco l’elenco delle principali scritture contabili da conservare:
- Libro giornale;
- Libro degli inventari;
- Corrispondenza commerciale;
- Altre scritture che possono essere richieste (libro mastro, libro cassa, libro magazzino, libro fidi);
- Libro dei soci;
- Libro delle obbligazioni;
- Libro delle adunanze e delle deliberazioni;
- Libro degli strumenti finanziari di partecipazione all’affare;
- Libro sull’attività di revisione contabile;
- Libro delle decisioni.
Tali documenti devono essere conservati in caso di controlli da parte degli organi competenti: Agenzia delle entrate, Agenzia del demanio, Agenzia delle dogane e dei monopoli.
Conservazione delle fatture elettroniche
Cosa ormai risaputa, dal 1° gennaio 2019 è scattato l’obbligo della fatturazione elettronica. Questo ha determinato diversi quanto radicali cambiamenti nella gestione dei documenti fiscali. Per adeguarsi alla nuova fattura elettronica, aziende e liberi professionisti devono adottare tutta una serie di cambiamenti. Anche, se non soprattutto, per quanto riguarda la conservazione dei documenti fiscali.
La conservazione delle fatture elettroniche, quindi, può avvenire soltanto se le suddette fatture vengono conservate in uno dei formati consentiti:
- Xml;
- Pdf;
- Jpg;
- Txt.
Conservazione digitale
Non basta, semplicemente, “mettere da parte” i documenti, anche organizzandoli in maniera ordinata. Bisogna anche adottare tutta una serie di procedure per garantire non soltanto la reperibilità ma anche l’autenticità e l’incorruttibilità dei documenti conservati. Occorre, cioè, garantire che tali documenti siano perfettamente uguali al momento in cui sono stati emessi e/o validati. E questo è particolarmente vero nell’epoca in cui viviamo, che vede un sempre maggiore ricorso ai documenti digitali.
È qui che entra in gioco la conservazione digitale. Obbligatoria nel settore pubblico, fortemente raccomandata nel settore privato, è la garanzia che i documenti conservati siano completamente inalterati.