Ancora una novità per quanto riguarda la conservazione dei documenti. Una novità che porterà non pochi cambiamenti, sia organizzativi sia tecnologici, tanto per le aziende quanto per i liberi professionisti e i piccoli esercenti. Ma niente paura, le soluzioni ci sono: basta soltanto sapere cosa fare e, soprattutto, a chi rivolgersi.
Adeguarsi alla fattura elettronica, già di per sé, ha comportato non pochi cambiamenti un po’ per tutti. Adesso, la necessità è rappresentata dallo scontrino elettronico. E, in particolare, dalla sua conservazione. Tema che solleva non pochi dubbi. Ai quali daremo risposta.
Temi:
Obbligo
Una delle domande più diffuse è questa: chi è obbligato ad adeguarsi al nuovo scontrino elettronico? È presto detto: tutti. Lo scontrino elettronico riguarderà aziende, professionisti, partite IVA e piccoli esercenti. A cambiare sono i tempi e le scadenze specifiche entro le quali occorre adeguarsi.
L’obbligo di emettere giustificativo elettronico è valido per:
Tutti i soggetti menzionati nell’articolo 22 del DPR 633/1972 e non tenuti a emettere fattura elettronica.
Ovvero:
- Commercianti al minuto;
- Prestazioni alberghiere;
- Vendita di alimenti e bevande;
- Trasporto persone e bagagli;
- Prestazione di servizi in locali aperti al pubblico o in forma ambulante;
- Custodia e amministrazione di titoli;
- Attività escursionistiche e turistiche.
Per avere l’elenco completo, si rimanda al testo integrale del DPR 633/1972.
Dal 1 luglio 2019 e dal 1 gennaio 2020
L’obbligatorietà dello scontrino elettronico prevede due date e due fasi ben distinte:
- Dal 1 luglio 2019, lo scontrino elettronico è divenuto obbligatorio per tutti i soggetti che abbiano un volume di affari superiore a 400mila euro;
- Dal 1 gennaio 2020, lo scontrino elettronico diventa obbligatorio per tutti i commerciati e per tutti i titolari di partita IVA.
Cos’è e come funziona
Cos’è lo scontrino elettronico
In pratica, si tratta dell’equivalente del “vecchio” scontrino cartaceo. Ha esattamente lo stesso valore. Con una sola, grande differenza: viene emesso direttamente in formato digitale. Questo comporterà:
- L’erogazione di un servizio più efficiente;
- La riduzione del consumo di carta;
- Un aiuto concreto nella lotta all’evasione fiscale.
Come funziona lo scontrino elettronico
- Tutti i soggetti obbligati dovranno necessariamente dotarsi di specifici registratori di cassa telematici che utilizzano i moderni sistemi di comunicazione digitale.
- Tali registratori di cassa invieranno, una volta digitato, lo scontino emesso all’Agenzia delle entrate.
- In particolare, il nuovo registratore di cassa telematico invierà gli scontrini elettronici al Sistema di interscambio, esattamente lo stesso sistema che viene utilizzato per l’invio/ricezione delle fatture elettroniche.
Una nota: per quanto riguarda gli scontrini elettronici, l’Sdi non darà un esito di avvenuta ricezione, in quanto li stornerà all’ufficio preposto dell’Agenzia delle entrate.
Come adeguarsi al nuovo scontrino elettronico
È molto semplice: bisogna soltanto dotarsi di uno dei nuovi registratori di cassa telematici e il gioco è fatto. Ormai, è già possibile acquistarne ovunque, specialmente nei negozi specializzati in hi-tech.
Se il registratore sarà acquistato nel 2019 o nel 2020, l’esercente potrà approfittare di un credito d’imposta del 50% fino a una spesa massima di 250 euro.
Chi è esente
I soggetti che non dovranno adeguarsi allo scontrino elettronico sono:
- Tabaccai;
- Giornali;
- Tassisti e ncc;
- Benzinai (solo per le operazioni che non riguardano la vendita di carburante);
- Venditori di prodotti agricoli;
- Servizi di telecomunicazione e radiodiffusione;
- Chi effettua operazioni marginali (ricavi o compensi inferiori all’1% del totale del volume d’affari 2018).
A queste, che sono le principali categorie esenti, bisogna aggiungere venditori ambulanti alimentari, ombrellai, calzolai, venditori di cartoline e souvenir, arrotini, sarte, lavori che comportano lo spostarsi da un cliente all’altro (come idraulici, elettricisti e imbianchini), sarte, calzolai.
Conservazione
Come funziona la conservazione degli scontrini elettronici? Spieghiamolo rispondendo alle domande più frequenti su questo tema.
1. Per quanto tempo conservare gli scontrini elettronici?
Gli scontrini elettronici sono, a tutti gli effetti, dei documenti contabili/fiscali. Proprio in virtù di ciò, gli scontrini elettronici andranno conservati per dieci anni, così come previsto dall’articolo 2.220 del Codice civile.
Gli scontrini elettronici vanno conservati per 10 anni
2. Memorizzazione e conservazione sono la stessa cosa?
La risposta è: assolutamente no.
- Tutti gli scontrini elettronici, prima di essere inviati all’Agenzia delle entrate, devono essere memorizzati all’interno del registratore di cassa telematico. Di questa operazione si occupa il registratore.
- La conservazione per dieci anni degli scontrini elettronici, invece, è un obbligo che ricade direttamente sull’esercente.
3. La conservazione digitale degli scontrini elettronici è obbligatoria?
La risposta è: assolutamente sì.
La conservazione digitale degli scontrini elettronici è obbligatoria
Gli scontrini digitali, infatti, sono uno dei casi in cui la conservazione digitale è obbligatoria. Questo perché la conservazione deve adottare soluzioni e tecnologie che garantiscano non soltanto la reperibilità degli scontrini ma anche la loro autenticità e integrità.
4. A chi rivolgersi per la conservazione digitale degli scontrini elettronici
Non tutti gli esercenti e non tutti i soggetti obbligati hanno, internamente, le tecnologie e le risorse per conservare adeguatamente gli scontrini elettronici. La soluzione? Semplice, ricorrere alla
In questo modo, esperti del settore metteranno le proprie competenze e la propria esperienza a disposizione di tutti i soggetti che devono adeguarsi al nuovo sistema degli scontrini elettronici.