Quando c’è il bisogno di presentare la dichiarazione dei redditi, sono sempre tante le persone e i professionisti che scelgono di affidarsi a un intermediario esperto per gestire il processo. Un processo per il quale si ricorre, sempre più spesso, alla conservazione digitale. Al riguardo, c’è un dubbio che ancora permane: bisogna stampare una copia cartacea della dichiarazione dei redditi?
Impegno alla trasmissione
In termini di legge, la conservazione digitale dei file trasmessi all’Agenzia delle entrate assolve qualsiasi obbligo dell’intermediario nei confronti del cliente.
L’intermediario, dopo aver presentato la dichiarazione dei redditi all’Agenzia delle entrate, può, a sua volta, trasmetterla anche al cliente. Trasmissione che può avvenire in due modalità: digitale o analogica.
In caso di trasmissione digitale
In questa circostanza, la trasmissione della dichiarazione dei redditi al cliente può avvenire tramite strumenti digitali che prevedano l’apposizione di una firma digitale sul documento o sulla ricevuta. A tal fine, uno degli strumenti digitali più diffusi è sicuramente la posta elettronica certificata (PEC).
In questo caso, però, il cliente è obbligato a mantenere la dichiarazione dei redditi in formato digitale: l’eventuale stampa, infatti, priverebbe il documento della validità della firma elettronica.
In caso di trasmissione analogica
Se invece il cliente optasse per la trasmissione analogica, allora il documento andrebbe firmato sia dell’intermediario sia dal cliente in duplice copia, e solo a questo punto si potrebbe procedere con la conservazione digitale.
In conclusione
La stampa cartacea della dichiarazione dei redditi non è obbligatoria. L’importante, come sempre, è che l’invio e la ricezione dei documenti siano effettuati ricorrendo a strumenti che garantiscano la validità e la veridicità dei documenti stessi.