Come si può comprovare, in maniera certa e inequivocabile, la validità di un documento informatico? Si tratta di un tema delicato e per certi versi sensibile, soprattutto dal momento che si sta vivendo una fase di transizione, la quale dovrebbe portare alla scomparsa della carta e all’utilizzo esclusivo dei mezzi digitali per la produzione e la comunicazione dei documenti.
La necessità, quindi, di garantire l’autenticità e l’immodificabilità di un documento informatico sono palesi. A tal fine, il CAD (Codice dell’amministrazione digitale, uno dei pochi corpus organici contenenti disposizioni per l’utilizzo degli strumenti informatici nella PA) individua due grandi strumenti: la firma digitale e la marcatura temporale.
- Firma digitale. La firma digitale sancisce la validità legale di un documento informatico. Ad esempio, una volta apposta su un contratto di compravendita o di lavoro, quel contratto diventa a tutti gli effetti valido ai sensi della legge vigente. Dal momento dell’apposizione della firma, il documento diventa a tutti gli effetti sicuro, integro, immodificabile.
- Marcatura temporale. La firma digitale, pur indispensabile, non riesce a svolgere tutte le funzioni necessarie, in quanto non stabilisce la data in cui un documento è stato redatto e e/o è diventato effettivamente valido. Un problema che viene risolto dall’utilizzo di una marcatura temporale, ovvero una sequenza alfanumerica univoca che stabilisce in quale data sia stata apposta la firma digitale. Grazie alla marcatura temporale, la data e l’ora di formazione di un determinato documento non sono in alcun modo opponibili da terzi.
Quindi, per garantire la veridicità di un documento informatico, sono necessarie sia la firma digitale sia la marcatura temporale.