Un’immagine conta più di mille parole, come si suol dire. Perché ha la capacità di raccontare epoche, eventi e fenomeni sociali con una potente sinteticità. Una foto è un autentico documento storico. A maggior ragione quando si parla di fotografie contenute in importanti fondi.
La gestione di un archivio fotografico digitale è un’operazione che riguarda, generalmente, la digitalizzazione dei beni culturali. Esistono inoltre numerose collezioni private di grande interesse che, per tutelare il proprio inestimabile patrimonio e, al tempo stesso, metterlo a disposizione di tutti, scelgono la strada della digitalizzazione.
Un lavoro del genere va svolto in maniera professionale. Per una diversità di motivi:
- Le foto, spesso, sono antiche e quindi delicate;
- Un numero importante di foto richiede un’attenta pianificazione delle attività;
- Gli strumenti da utilizzare devono garantire l’inalterabilità degli originali;
- L’archivio digitale formato deve poter essere fruibile e le foto in esso contenute facilmente reperibili.
Per procedere, queste sono le indicazioni da tener sempre ben presenti:
Temi:
- Ordinare le foto
- Scannerizzare le foto
- Software per la gestione di un archivio fotografico
- Metadatazione
- A chi affidarsi
Ordinare le foto
Un “cumulo disordinato” di foto non è certamente il modo migliore per cominciare il lavoro di gestione di un archivio fotografico. Ma spesso è proprio la situazione di partenza più comune. Quindi, come primissima cosa, bisogna ordinare le foto secondo uno o più criteri.
Ad esempio:
- Data dello scatto (se è possibile recuperarla);
- Epoca;
- Soggetto;
- Luogo.
Questi sono solo alcuni dei più comuni criteri ai quali è possibile ricorrere. Criterio che deve essere scelto in base al tipo di foto che si devono organizzare in archivio. Inoltre, si possono creare delle sottosezioni specifiche, all’interno di ciascuna delle quali le foto vengono organizzate in base a sotto-criteri.
Scannerizzare le foto
Dall’ordinamento si passa, per così dire, all’attività di acquisizione ottica. La scannerizzazione delle foto, specialmente se si parla di foto antiche, non va sottovalutata: basta un semplice errore o l’utilizzo di uno strumento non adeguato e si rischia di danneggiare la foto irreparabilmente.
Per salvaguardare l’originale e ottenere un lavoro professionale, si procede in questo modo:
1. Scegliere lo scanner
La scelta dello scanner è fondamentale. Per le foto, lo scanner planetario rappresenta la soluzione più professionale: questo strumento è pensato e progettato appositamente per la riproduzione digitale dei documenti storici; unisce un’altissima qualità di risoluzione e la tutela della foto originale.
2. Impostare lo scanner
Scegliere lo scanner non basta, occorre anche impostarlo. Prima di procedere con la scansione delle foto, bisogna decidere:
- I DPI: i dots per inch indicano il numero di pixel per pollice quadrato, quindi, semplificando, quanto maggiore sarà il valore di DPI tanto più alta sarà la qualità della foto e, di conseguenza, le sue dimensioni in byte (mega, giga, tera, eccetera);
- La profondità di colore: il valore indica quanti bit devono concorrere a definire un singolo pixel (quanto più alta è la profondità di colore, tanto maggiori sono le sfumature di colore riproducibili);
- La velocità di scansione: bisogna impostarla soprattutto quando il numero di foto di scansionare è particolarmente alto;
- Il formato: .jpeg e .png sono solo alcuni dei più comuni, il formato può essere scelto in base alle esigenze specifiche di chi deve scannerizzare le foto;
- La nomenclatura: banalmente, per nominare i file è buona prassi scegliere un sistema di nomenclatura che li accomuni e che renda possibile risalire facilmente al contenuto della foto.
3. Dotarsi di tutta l’attrezzatura necessaria
Come guanti e/o pinzette per maneggiare le foto. Mai dimenticare, al costo di ripeterlo all’infinito: le foto antiche sono delicate e vanno trattate con tutti i riguardi.
Software per la gestione di un archivio fotografico
E una volta digitalizzate le foto? Serve un programma specifico.
Alfresco è uno dei più efficienti software per la gestione documentale. Consente di trattare documenti di varia natura, tra qui, appunto, le immagini.
- Semplifica sia le operazioni di conservazione sia le operazioni di condivisione;
- Essendo cloud connected, consente di reperire e lavorare le immagini, praticamente, in qualunque luogo.
Metadatazione
Metadatazione significa, letteralmente, associare informazioni univoche e identificative a un determinato item digitale, come potrebbe essere una fotografia. Grazie ai metadati, è possibile archiviare una foto in un archivio e renderla sempre facilmente reperibile, a patto di conoscere le informazioni a essa associate.
Le tipologie di metadati sono tre:
- Metadati descrittivi: descrivono l’oggetto riportandone le informazioni fondamentali per la sua identificazione;
- Metadati amministrativi e gestionali: riguardano informazioni specifiche sull’archiviazione di un documento digitale;
- Metadati strutturali: hanno il compito di descrivere la composizione di un dato file/documento.
A chi affidarsi
Bucap si occupa di digitalizzazione documenti e gestione archivistica a 360°. Prende in carico l’attività in ogni sua parte: dall’organizzazione del materiale al processo di conversione in digitale, dalla creazione di un archivio alle misure da adottare per proteggere le foto e fare in modo che siano sempre reperibili.
È un lavoro delicato, che richiede non soltanto competenze ma anche grande attenzione e una comprovata esperienza nel settore, così da assicurare che gli originali non si siano danneggiati in alcun modo. E Bucap può assicurare tutto questo.