È noto come SInCRO – Supporto all’Interoperabilità nella Conservazione e nel Recupero degli Oggetti digitali , lo standard UNI 11386 e l’apposito gruppo di lavoro composto da rappresentanti di DigitPA e dell’amministrazione archivistica, nonché da ricercatori universitari, imprenditori e funzionari della PA, con lo scopo di specificare e integrare la deliberazione CNIPA 19 febbraio 2004, n. 11 recante le “Regole tecniche per la riproduzione e conservazione di documenti su supporto ottico”.
Lo standard nazionale si prefigge l’obiettivo di diventare un requisito necessario per quei soggetti pubblici e privati che svolgano attività di conservazione e che intendano richiedere l’accreditamento, secondo le previsione dell’art. 44 bis del CAD. SInCRO non si propone come LA risposta al problema conservativo, bensì come UNA proposta tecnica, metodologica e strategica, nata dalle esigenze di ampliare il contesto di riflessione all’ambito internazionale, di partecipare ai processi di sviluppo delle soluzioni commerciali e di promuovere una cultura dello standard e della cooperazione.
L’UNI 11386 propone un’architettura informativa che supporti il processo di conservazione sostitutiva necessaria per la creazione di un Indice di Conservazione o, come viene chiamato, del “file di chiusura”.
Ulteriore obiettivo: l’interoperabilità. Grazie allo standard UNI 11386:2010 SInCRO viene individuato uno schema XML, una struttura dati ampiamente condivisa da adottare per supportare l’interoperabilità tra i sistemi in caso di migrazione.
L’UNI 11386 SInCRO è andato a colmare un grave vuoto nell’ambito della conservazione sostitutiva, che non permetteva la verifica della corretta conservazione tra due sistemi che non utilizzavano lo stesso software e, spesso, anche tra sistemi nei quali operavano versioni differenti dello stesso software.