Giuro solennemente che il 31 marzo farò il backup dei miei documenti e ricordi preziosi. Questo è il motto di un’iniziativa molto particolare: il World backup day. Che, ogni anno, si tiene il 31 marzo. E il 2017 non farà certamente eccezione. Un buon giorno per cominciare a fare regolarmente una buona cosa.
Perché fare il backup
Sul sito ufficiale di questa manifestazione, Worldbackupday.com, si possono leggere (almeno) quattro ottimi motivi per fare periodicamente il backup dei propri dati più importanti:
- Il 30% delle persone non ha mai fatto un backup dei propri dati.
- Ogni minuto, 113 telefoni sono persi o rubati.
- Il 29% delle perdite di dati è causata da incidenti o disattenzione.
- Ogni mese, un computer su dieci è infettato da un virus.
Non solo privati
La questione non riguarda solo i privati cittadini ma anche professionisti e aziende. L’espressione disaster recovery vi dice niente? La questione può essere spiegata facilmente: a causa di un’emergenza o una criticità a sistemi e/o applicazioni, un numero incalcolabile di dati possono andare perduti. Irrimediabilmente. Con un grande danno per l’azienda o il libero professionista.
Basta poco, come un blackout improvviso o un hard disk che salta. Per disaster recovery, quindi, s’intende l’insieme di misure tecnologiche volte a ripristinare dati e informazioni. Il backup, in un certo senso, è la misura più importante.
Come fare il backup
Esistono diversi tipi di backup, ognuno dei quali rappresenta una soluzione ottimale per diversi tipi di aziende. Ad esempio, si parla di:
- Full backup: backup completo di file, cartelle o partizioni di dati;
- Disk image, una copia di un intero disco in un’unica “immagine”;
- Backup differenziale, che salva solo le modifiche effettuate rispetto all’ultimo full backup;
- Backup incrementale, copia delle ultime modifiche del file system in singole immagini incrementali.
Insomma: il 31 marzo, ricordatevi di fare il backup dei vostri dati più importanti. Anzi, meglio se ve ne ricordare anche negli altri giorni dell’anno.