Come dichiara a piene lettere il comunicato stampa dell’Agenzia delle Entrate diffuso negli ultimi mesi dello scoros anno: “della carta resta solo l’impronta digitale”.
I documenti fiscali, infatti, possono essere trasmessi al Fisco attraverso l’impronta digitale dell’archivio informatico.
Grazie a tale strumento di dematerializzazione, i dati dei documenti fiscali informatici verranno “sigillati” e diventeranno immodificabili.
La comunicazione di questa informazione crittografata, dovrà essere inviata al Fisco tramite canali specifici (Entratel o Fisconline) entro le scadenze indicate dall’Agenzia delle Entrate.
L’impronta digitale dei documenti fiscali dovrà essere accompagnata da informazioni di non secondaria importanza, quali:
- dati identificativi dell’interessato;
- dati che identificano il responsabile della conservazione documentale;
- elenco dei documenti ai quali l’impronta fa riferimento.
Il Fisco richiede anche l’indicazione del luogo di conservazione dell’archivio dal quale l’impronta è stata generata e la marca temporale con il quale è stato sigillato l’archivio.
Nel caso in cui la conservazione documentale affidata in outsourcing, il partner deve fornire tutti i dati da trasmettere all’Agenzia delle Entrate.
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