Come abbiamo già visto, i formati di firma digitale riconosciuti dal nostro ordinamento sono tre:
– firma digitale in formato pkcs#7
– firma digitale in formato PDF
– firma digitale in formato XML
Qui ci occuperemo del primo formato, anche noto come p7m. Una modalità di firma molto importante, poiché è stato il primo formato ad essere riconosciuto ed è operativo fin dal 1999.
Molto importante anche perché le Pubbliche Amministrazioni, secondo la normativa vigente, sono obbligate ad accettarlo.
Il formato pkcs#7 dipende da un software di firma digitale che può essere fornito da un certificatore o da altre aziende e serve per la sottoscrizione digitale di un singolo documento. Una volta collegato il lettore/scrittore di smart card al PC, si dovrà attivare il software di firma e selezionare il documento da sottoscrivere.
Il software di firma digitale richiederà l’inserimento del codice PIN. Il file verrà, in questo modo, salvato con l’aggiunta dell’estensione p7m dopo l’estensione del tipo di file (‘esempio.pdf‘ diventerà ‘esempio.pdf.p7m‘).
“Attenzione a non confondere la firma di un file pdf in formato pkcs#7 con la firma pdf – specifica un documento ufficiale del Governo in tema di firma digitale – Quest’ultima non modificherà l’estensione del nome del file che rimarrà sempre ‘pdf’“.
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