La diffusione dello smart working in Italia è un trend in crescita. Un trend che, anzi, sarà incoraggiato e sviluppato, sia dalle aziende/PA, sia delle istituzioni. Incoraggiato e sviluppato anche tramite tutta una serie di agevolazioni e semplificazioni.
Cos’è e come accedere alla modalità semplificata per lo smart working? Data la grande importanza che il lavoro agile sta rivestendo in questi tempi (e che rivestirà sempre di più in futuro), queste domande sono comuni. Ecco cosa bisogna sapere in merito e a chi rivolgersi.
Temi:
- Le categorie tutelate
- Come fare smart working
- La procedura semplificata
- Professionisti dello smart working
Le categorie tutelate
La normativa sullo smart working prevede che, per determinate categorie lavorative, il datore di lavoro debba necessariamente prendere in considerazione la possibilità di far lavorare tali categorie in modalità smart (attenzione, non è un obbligo ma una indicazione, per quanto chiara e precisa). Queste categorie hanno una sorta di “accesso privilegiato” al lavoro agile sia in ambito pubblico sia in ambito privato.
Più nello specifico, come si può leggere sul sito Lavoro.gov.it:
Condizioni di salute
Ai sensi dell’art. 26 del Decreto Legge 17 marzo 2020 […], i lavoratori dipendenti, pubblici e privati, in possesso di certificazione attestante una condizione di rischio derivante da immunodepressione o da esiti da patologie oncologiche o dallo svolgimento di relative terapie salvavita (c.d. lavoratori fragili), nonché i lavoratori in possesso del riconoscimento di disabilità con connotazione di gravità ai sensi dell’art. 3, comma 3, L. n. 104/1992 svolgono di norma la prestazione lavorativa in modalità agile, anche attraverso l’adibizione a diversa mansione ricompresa nella medesima categoria o area di inquadramento, come definite dai contratti collettivi vigenti, o lo svolgimento di specifiche attività di formazione professionale anche da remoto.
Genitori con minori a carico
In base all’art. 21 bis del Decreto Legge 14 agosto 2020, n. 104 (Decreto Agosto), convertito in Legge 13 ottobre 2020, n. 126, come modificato dal Decreto Legge 28 ottobre 2020, n. 137 (Decreto Ristori), i genitori lavoratori dipendenti, il cui figlio convivente minore di anni sedici è stato sottoposto a quarantena o al quale è stata sospesa la didattica in presenza hanno diritto a svolgere la prestazione lavorativa in modalità agile utilizzando la procedura semplificata di comunicazione.
Come fare smart working
I due riferimenti sopra riportati sono estremamente importanti per inquadrare correttamente la modalità semplificata per richiedere lo smart working. Proseguendo, occorre sapere che, per implementare lo smart working, c’è bisogno di:
- Accordo tra datore di lavoro e dipendente. Le modalità tramite le quali il dipendente potrà, da un dato momento in poi, svolgere la propria attività in smart working devono essere messe nero su bianco con un accordo tra datore di lavoro e dipendente. Il datore di lavoro, dopo la sottoscrizione, dovrà inviare gli accordi stipulati tramite il portale lavoro.gov.it.
- Strumenti per lo smart working. La normativa prevede chiaramente che il lavoratore in smart working ha diritto ad avere tutti gli strumenti tecnologici necessari per permettergli di svolgere il suo lavoro in maniera proficua. Tra gli strumenti necessari si possono menzionare, ad esempio, la firma elettronica/digitale, i programmi per la collaborazione/condivisione di documenti e informazioni, la conservazione digitale.
- Best practice. Inevitabilmente, lo smart working cambia il modo di lavorare. O, per meglio dire, cambia il modo in cui il dipendente dovrà cominciare a organizzare la propria giornata di lavoro. Non tutti possono essere già predisposti al lavoro agile. Il rischio di inefficienze o problemi è dietro l’angolo. Ma lo è anche la soluzione, ovvero condividere internamente delle best practice che tutti i dipendenti in smart working devono adottare. Best practice come queste: Smart working: 5 consigli pratici per gestire il lavoro agile.
La procedura semplificata
Come si è detto, il datore di lavoro deve comunicare al ministero del Lavoro e delle politiche sociali gli accordi individuali contratti con i singoli dipendenti che devono lavorare in smart working. In alcuni casi, si può ricorrere alla cosiddetta procedura semplificata: in sostanza, alla comunicazione dello smart working (fatta sempre tramite il portale Servizi.lavoro.gov.it) non è necessario allegare alcun accordo con il lavoratore.
Procedura semplificata: non c’è bisogno di allegare alcun accordo tra dipendente e datore di lavoro
La procedura semplificata può essere adottata:
- Nel periodo in cui è stato dichiarato lo stato di emergenza: al momento, fino al 31 gennaio 2021;
- Per i lavoratori con un figlio a carico, di età inferiore a 16 anni, che sia sottoposto a quarantena o che segua le lezioni scolastiche in modalità DAD (didattica a distanza).
Per avere maggiori informazioni in merito, si rimanda al sito Servizi.lavoro.gov.it.
Professionisti dello smart working
Serve una mano per districarsi nella normativa sullo smart working, anche per quanto riguarda la procedura semplificata? Occorre un aiuto per capire quali sono gli strumenti più efficaci da adottare e per rivedere i flussi aziendali o della PA in ottica lavoro agile? La soluzione è sempre affidarsi agli esperti di settore, che metteranno esperienza e competenza a vostra disposizione.