Tra le biblioteche più rilevanti a livello mondiale, non si può dimenticare di citare la Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze. La sua importanza risiede nel fatto di essere la biblioteca italiana più grande.
L’impressionante patrimonio librario è composto da circa 6 milioni di volumi a stampa, oltre 2 milioni e mezzo di opuscoli, 25 mila manoscritti e 4 mila incunaboli. Il suo nucleo originale risale all’inizio del Settecento, frutto del lascito di Antonio Magliabechi e dei suoi 30 mila volumi. In seguito, il governo del granducato di Firenze (e successivamente di Toscana) impose il deposito di ogni opera stampata nel suo territorio, continuando ad arricchire la dotazione di questa straordinaria libreria.
La Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze divenne il simbolo dei danni causati al patrimonio culturale italiano (e mondiale) dall’alluvione del 1966 che causò lo straripamento dell’Arno.
A partire dal 1935 la Biblioteca ha trovato spazio in un edificio dedicato, la cui prima pietra venne posata a inizio Novecento. Il progetto originale del Bazzani non venne mai completamente realizzato. Alcune ali vennero realizzate solo negli anni ’60, per dotare la Biblioteca di alcuni spazi fondamentali.
La Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze può vantare anche un’altra prerogativa che guarda al futuro: da qui, infatti, è partita la sperimentazione del Servizio Bibliotecario Nazionale, con l’obiettivo di creare una rete informatizzata di tutti i servizi bibliotecari italiani e di creare un indice nazionale del patrimonio librario conservato.
Per maggiori informazioni sulla Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze vi invitiamo a visitare il suo sito.