Per chi non rimanesse affascinato dall’antico edificio della Biblioteca Malatestiana, una volta all’interno della sua quattrocentesca Aula del Nuti, la cui architettura a tre navate venne presa a modello per molte altre biblioteche, dovrebbe pensare ai due primati che fanno, di questo istituto monastico, una vera e propria perla nel mondo delle biblioteche.
La Malatestiana, infatti è la più antica biblioteca civica d’Europa, ma è anche l’unica biblioteca monastica il cui patrimonio librario umanistico sia giunto intatto fino ai nostri giorni. Caratteristiche che non sono sfuggite all’UNESCO quando ha inserito la Biblioteca nel Registro della Memoria del Mondo per la sua importanza culturale che la eleva a patrimonio dell’umanità intera.
Le origini dell’istituto sono da far risalire all’esigenza dei frati Francescani di Cesena di trovare un’adeguata collocazione del grande numero di codici raccolti nella loro biblioteca. La costruzione del nuovo edificio fu finanziata da Domenico Malatesta nella prima metà del Quattrocento. La Biblioteca venne inaugurata nel 1454, con l’apertura dello studium al pubblico.
La funzione di biblioteca civica venne interrotta solo durante il periodo napoleonico: a partire dal 1797 e fino al 1814, il complesso monastico venne convertito in caserma. Per un caso, il patrimonio librario non venne danneggiato.
La raccolta di codici voluti da Novello Malatesta è una preziosa testimonianza del lavoro di alcuni tra i più illustri copisti del Quattrocento che operarono dietro commissione del Malatesta o che vennero da lui acquistati in tutto il mondo. La raccolta malatestiana si andò ad accostare a un già ricco patrimonio di gioielli bibliotecari custoditi dal convento.
Oggi la Biblioteca Malatestiana può vantare un patrimonio di 250.000 volumi del nucleo storico e oltre 100.000 per ciò che riguarda la sezione moderna.
Per maggiori informazioni sulla Biblioteca Malatestiana è possibile visitare il sito web ufficiale dell’istitutuzione.