L’ispirazione illuminò la mente di Herman Hollerith durante un viaggio in treno: il controllore verificava la validità dei biglietti con schede perforate. Una soluzione che rispondeva perfettamente al problema sul quale aveva ragionato per tanto tempo: l’organizzazione dei dati in occasione del censimento statunitense del 1880.
Iniziò a costruire la macchina tabulatrice con le proprie mani. L’obiettivo era quello d’impiegarla nel censimento del 1890 e così fu.
Le schede perforate
L’idea delle schede perforate per la trasmissione d’informazioni risaliva a un brevetto industriale della prima metà del 1700. In quel caso, le schede perforate venivano impiegate per programmare la tessitura ornamentale di un telaio automatico; l’inventore era il francese Basile Bouchon.
Ad avvicinare lo strumento al mondo della computazione fu lo scienziato inglese Charles Babbage, che utilizzò le schede per la macchina analitica, in grado di generare operazioni matematiche.
La macchina tabulatrice utilizzava il cosiddetto codice Hollerith per segnare sulla scheda le informazioni demografiche del soggetto registrato. Attraverso un sistema elettrico basato su relè, le schede compilate potevano essere lette automaticamente, velocizzando notevolmente le rilevazioni statistiche.
Il codice Hollerith e l’archivistica
Il codice Hollerith fu tra le prime soluzioni all’automazione dei calcoli, non per altro, Herman Hollerith fu il fondatore della futura IBM.
Il cartoncino perforato che organizza, conserva e trasmette le informazioni è divenuto il sistema più utilizzato in informatica per decenni. È stato altresì ampiamente utilizzato in archivistica ed è attualmente impiegato nella sua forma evoluta dell’apertura card: un sistema di archiviazione eterno.